Pallapugno ad Apricale.
Alessandro Giacobbe
La pallapugno è un
gioco antico, uno dei giochi tradizionali d’Italia. È una forma
di competizione a squadre che deriva da passatempi di origine
romana. L’evoluzione nel Medioevo e nell’Età Moderna ha portato
a disputare accesi confronti tra squadre di professionisti. Il
pallone era di cuoio, pesante. I giocatori si proteggevano la
mano con un bracciale di legno irto di punte. La competizione
detta appunto “al bracciale” si svolgeva lungo le mura delle
città, dei castelli e poi in appositi campi di gioco detti
sferisteri. Tra i più celebri vi sono quelli ancora attivi di
Macerata e delle Cascine di Firenze. Si giocava in tutta Italia,
si scommetteva e i giocatori erano professionisti che
guadagnavano anche più dei professionisti del calcio. Con
l’avvento della gomma, la palla venne modificata, divenne
leggera ed elastica. I giocatori si proteggono le mani con bende
(che non si lavano mai) ed pezzi di cuoio. Nel tempo questa
tradizione diventa un impegno tipico della gente rurale, dopo la
Messa o nei giorni di festa. Nascono varianti locali, mentre i
giochi “inglesi”, come il calcio, si diffondono soprattutto
nelle città. La pallapugno si pratica nelle aree più
tradizionaliste di Liguria e Piemonte. L’attaccamento alla
tradizione è il comune denominatore tra Liguria occidentale e
Piemonte centromeridionale. Qui la pallapugno è praticata tanto
nelle piazze quanto negli sferisteri. Esiste un’attività
ufficiale, con diversi campionati fino alla quarta divisione e
tante squadre giovanili. Il gioco dopolavoristico è diventato
uno sport, praticato da atleti professionisti o
semiprofessionisti. Allo stesso modo si giocano tornei con
diverse varianti. Ad Apricale la pallapugno è un punto fermo
della stagione estiva. È un momento che si rinnova ogni anno,
nel concetto del tempo ciclico di un luogo curioso e
coinvolgente. Tanto più curioso quando si vede praticare questo
gioco anche dai grandi campioni. Perché ad Apricale si “vuole”
giocare. Non c’è una grande piazza ? Bene, si gioca su due
livelli diversi, davanti al palazzo comunale e fin sotto il
castello. L’interpretazione dei giocatori è difficile, muri,
scale, volte: tutte trappole per una palla che viaggia tra le
pietre come un gatto impazzito. Chi non conosce il gioco forse
ci capirà poco, ma vedrà la passione e la competenza sul volto
delle persone tra il pubblico e lo sforzo felino dei
partecipanti. Attori di gesti degni di essere scolpiti nel
marmo, come disse Goethe, vedendo giocare il pallone con il
bracciale in Italia. |
Sopra a destra Fortunato Buscaglia da
Apricale con amici |