“Sagra delle pansarole”
Il
termine “pansarola” lascia perplessi quanti lo sentano al di
fuori di quel piccolo territorio che viene definito “zona
Intemelia” dall’antico nome di Ventimiglia che a sua volta
deriva dal nome degli abitanti di questo estremo lembo di
Liguria, gli Intemelii.
Una
veloce ricerca sul Web non porta a nessun risultato se non
un’improbabile e curioso “Dott. Pansa Rola” che eserciterebbe in
una cittadina del Michigan.
Ma se
si dice “pansarola” a Ventimiglia e dintorni ecco che a tutti
viene l’acquolina in bocca nel pensare a quel dolce prelibato
che si prepara ad Apricale e che si gusta affogato nello
zabaglione.
Forse
“pansa” perché a differenza delle classiche bugie che si trovano
un po’ da tutte le parti in Italia con nomi dialettali anche
molto diversi, i dolci apricalesi hanno la “pancia”, nel senso
che sono gonfie e tondeggianti.
E di
“pansarole” già parlavano i viaggiatori inglesi agli inizi del
Novecento.
William Scott, nel suo pregevole “The Riviera painted and
described” pubblicato a Londra nel 1907 dove parla di Apricale,
cita le “pansarole” e descrive anche come si preparano.
E da
cinquant’anni si svolge nel mese di settembre una “Sagra delle
pansarole” che porta in questo magnifico borgo (tra i più belli
d’Italia) una marea di persone, interessate alla manifestazione
e alla degustazione e quest’anno, nei saloni del Castello, anche
alla mostra fotografica dedicata ai primi anni della
manifestazione, con la visione di filmati d’epoca e di oggetti
risalenti alle prime sagre ed in particolare con un corso veloce
su come si preparano i tipici dolci apricalesi, che ha avuto
molto successo ed ha permesso a molte signore di cimentarsi
portando poi a casa il frutto delle loro fatiche culinarie.
Ogni
signora apricalese ha un suo segreto per preparare le
“pansarole” migliori ma a quanti vogliono cimentarsi
nell’impresa voglio dare una ricetta antica consigliata da
Delfina Rossi che vinse la “Pansarola d’oro” e che partecipò
alle prime sagre.
Ingredienti: 1 Kg. di
farina – 2 uova – 100 gr. Di burro o ancora meglio di olio
d’oliva extravergine di Apricale – lievito di birra – un pizzico
di sale – della buccia di limone grattugiata.
Si impasta e si amalgama
bene il tutto, si lascia lievitare coprendo con un asciugamano,
si stende e si taglia a rombi, si fa friggere in
abbondante olio d’oliva extra vergine, si tirano su e si
cospargo-no con zucchero e magari con spruzzate di anice. |